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A gentile richiesta...
Una compilation per i Concerti Aperitivo del Regio

di Luca Scarlini

Regio«A gentile richiesta, eseguiamo ora…». Questa frase si pronunciava un tempo quando si poteva interloquire maggiormente con la band dal vivo; si scrivevano sugli appositi cartoncini i titoli di languidi tanghi o di velocissimi foxtrot. Poi venne l'era del dj e questa relazione, ancora ben viva, si trasferì alla radio, nelle discoteche, prese diverse vie. "Compilation" è un termine ormai diffuso, ricorrente: narra con esattezza la sequenza di brani con cui si ritma il tragitto in metropolitana, che si porta a scuola. In sostanza è una collezione di "bei momenti", in cui si saltano i recitativi e si va dritti al cuore delle arie, in cui si scartano i brani sinfonici di passaggio per andare ai movimenti, celebri o meno, che suscitano maggiormente l'attenzione dell'ascoltatore. Ecco quindi i gruppi da camera del Teatro Regio – che normalmente portano la musica in giro per tutta la regione – proporre in città la domenica mattina pagine note e notissime, insieme ad altre orecchiate, forse, ma non sempre facilmente individuabili, o anche rare, accompagnate per l'occasione da un simpatico aperitivo. L'appuntamento si offre quindi ai pubblici più diversi, a variegate frequenze e sintonie d'ascolto.
Il Quartetto d'archi apre le danze: si passa da Mozart a Dvorăk, fino all'intramontabile Porgy and Bess. Arrivano poi Le canzoni dell'E.I.A.R. (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), con tutto il loro carico di nostalgia e di madeleines d'altri tempi (tra un goccio di rosolio e una spruzzata di assurdo), che narrano bene frammenti della storia del Belpaese, tra lacrime di emigrazione, folgorazioni da tabarin, tulipani ammiccanti, gatti morti d'amore (in specie il celebre Maramao) e sventurati individui come Pippo, che «non lo sa, ma quando passa ride tutta la città» o come il contagioso eroe della goffaggine di Crapa pelada, memorabile tour de force di Gorni Kramer. Una cavalcata di aggraziati fantasmi canori che hanno come sigla un brano storico: Abbassa la tua radio di D'Anzi e Bracchi, inno a una italica versione della canzone confidenziale.
Clarivoces usa un nome antico per un ensemble di fiati che si confronta con una serie di standard: il jazz è infatti il campo di gioco. Altri fiati, altre danze: Brass Voice dà fiato alle trombe della Creazione di Haydn, passando in rassegna una vera e propria enciclopedia musicale.
Il Quartetto con pianoforte spazia tra Bizet, Ponchielli e Poulenc, e il Quintetto Pentrabrass zigzaga tra tanghi, il circo e Gershwin.
Insomma, chi più ne ha, più ne metta: una raccolta di brani favoriti, celebri standard, pagine di melodramma amate e amatissime, con tutti i possibili organici. A gentile richiesta, signore e signori, il Teatro Regio propone una selezione da scoprire o riscoprire: accomodatevi, prego.